2022

Albania, Macedonia, Kosovo con Go Biker

---------> Raccontato da Renata <---------

Giovedi 21 aprile…Partenza ore 8,00 - Tragitto autostradale verso Ancona viste le condizioni meteo grigie e minaccianti pioggia. In realtà non abbiamo preso nemmeno una goccia fino ad Ancona, fino al momento dell’imbarco in traghetto della Adria Lines (AC Marina).

Ma non bruciamo le tappe: innanzitutto dopo aver pranzato intorno alle 12,30 con una spaghettata di pesce in un locale fuori dal porto di Ancona l’incontro con i ns compagni di viaggio: 

Andrea Alessandrelli di Ancona (classe 1979) - Tour Leader del Gruppo Go-Biker a cui ci siamo rivolti per questa nostra prima avventura di “viaggio organizzato”. 

GianEnrico “Gidavo” (classe 1959) – personaggio che si è subito rivelato un chiacchierone ma che poi è diventata la macchietta del gruppo che si faceva prendere in giro e scherzava sul suo continuo parlare

GiuseppePeppo” (classe 1963) ma che ora vive con la mamma in Friuli – un tipo molto silenzioso e bonaccione.

Sbrigate le formalità (da Andrea) per l’imbarco ci avviamo all’interno del porto sotto una pioggia insistente verso il ns traghetto che si rivelerà una “bagnarola” che oltre ad essere piena come un uovo di tir e bisarche fa tardi per l’imbarco e che “a causa delle avverse condizioni meteo” decide di ritardare la partenza… invece che alle 19 di oggi si partirà dal porto di Ancona domattina (venerdi) alle ore 6 del mattino. Cominciamo molto ma molto bene………

Venerdi 22 aprile… giornata di navigazione sulla bagnarola. 

E con lo slogan di Robertosarà una lunga giornata” iniziamo la ns giornata di navigazione inizialmente bagnata anche dalla pioggia. Un po' di nausea per me al mattino visto che la bagnarola ondeggia un po'… ma poi tutto si risolve a suon di chiacchiere e di pranzi/cene in compagnia. 

Qui conosciamo Davide e il suo amico Maicol che stanno intraprendendo un viaggio ben più avventuroso del nostro visto che il loro obiettivo sono giornate intere di OFF tra le strade e le montagne Albanesi per poi rientrare in Italia via terra. Guardando il profilo Fb di Davide mi accorgo che ha l’amicizia di Markus e scopro che si conoscono da tanti anni… il papà di Davide era un famoso cavaliere che gli ha lasciato in eredità il maneggio e la voglia di scuderia. Buona strada ragazzi...

Sabato 23 aprile… Durazzo-Berat-Vallona-pranzo sul mare-Llogara Pass-Himare (Hotel Dhima)

Dopo una notte davvero da schifo, quasi insonne, finalmente alle 8,00 si sbarca… ovviamente i piani di Andrea sono stati rivisti considerato che è saltata la notte al Castello di BeratMIRDITA !!!!!!! (Buongiorno) FALEMINDERIT (Grazie)… ecco le uniche due parole albanesi che ho imparato da qs viaggio. 

Sbrigate le formalità di accesso in terra Albanese (compresa l’assicurazione per poter circolare in questo paese per 15€ , vedi stampa verde alla fine del racconto) ci avviamo verso Berat, la città dalle 1,000 finestre, la prima “città bianca” che incontriamo, due passi, due selfie e si riparte (peccato avrei davvero fatto volentierissimo un giro della città e del castello ma non c’è più tempo…mannaggia al ritardo del traghetto) Prime impressioni di viaggio in terra albanese ? Tanto tanto tanto randagismo (cani e gatti), parecchia povertà e pressopochismo, una nazione in sviluppo ma che ha ancora tanto tanto da fare.

Passata una trafficatissima strada sul lungomare di Vallona (senza mai fermarci) ammirandone il limpido mare e i numerosi cantieri sulla strada per aumentare le aree verdi e gli spazi per i turisti (che più tardi Andrea mi confida essere per lo più russi… ahi ahi ahia) ci fermiamo a pranzo direttamente su una terrazza sul mare (bellissimo anche se un po' ventoso) al ristorante “Gjjmaraj” per assaporare una buona frittura mista (20€ a testa). 

Da subito io e Roberto ci siamo resi conto che spesso ci perderemo con gli altri perché corrono un po' troppo rispetto a noi ma, per fortuna, lui ha già preparato a casa TUTTI i percorsi giornalieri quindi seguiremo quelli anche considerato che ad OGNI svolta o bivio comunque Andrea ferma il gruppo per aspettarci… ottimo Tour Leader.

Dopo pranzo ci avviamo lungo una SPETTACOLARE strada verso il Llogara Pass con degli scorci mozzafiato del mare blu dall’alto e qui ci fermiamo per un buonissimo yoghurt/miele/noci tutto fatto in casa (mannaggia a me che non ho voluto prenderne uno per paura degli effetti collaterali dello yoghurt e che ho solo assaggiato quello di Roberto…). 

Non senza dei rallentamenti dovuti alla mia andatura più lenta degli altri… ci avviamo di nuovo verso il mare e precisamente ad Himare dove si trova il ns. primo albergo albanese. L’Hotel è molto nuovo (c’è ancora odore di vernice e di pittura) ed infatti ci svela Andrea che è stato tutti rinnovato e soprattutto ha una vista mozzafiato direttamente sul mare. Roberto e Andrea non resistono e, asciugamano alla mano, decidono di fare un piccolo tuffo “gelido”.

Doccia e ci si reca dopo un aperitivo birroso (prima birra locale la Korca) in un improbabile bar Route 66, a cena direttamente a due passi dall’hotel, al ristorante greco “Taverna Stolis” (15€ a testa)

Domenica 24 aprile… la Pasqua Ortodossa. Himare-Porto Palermo-Parco Nazionale di Butrinto-Chiatta di attraversamento del fiume-Girocastro (Hotel Cajupi con i lavori in corso davanti)

Ore 8,30 e siamo già in partenza,,, prima destinazione Porto Palermo dove dall’alto riusciamo a scorgere sia il castello di Ali Pasha di Telepeni, il visir albanese che fondò un regno quasi autonomo tra Albania e Grecia e che regalò questo castello alla sua amante all’inizio del XIX secolo, e sia l’ingresso al bunker costruito nella Repubblica Popolare socialista d’Albania durante il regime del leader Enver Hoxha e che ora è sotto la responsabilità del Ministero della Difesa che, lungo 650 metri poteva nascondere 4 sommergibili (uno è ancora presente all’ingresso della galleria infatti è stato usato fino al 1991) di classe Whiskey a lungo raggio. 

Proseguiamo poi fino al Parco Nazionale di Butrinto “città romana” area naturale protetta istituita nel 2000 che deve la sua fama alla presenza del santuario del IV sec. dopo cristo dedicato a Asclepio. Visita agli scavi archeologici della città (8,33€ a testa per l’ingresso).

Si risale tutti in moto e con l’aiuto di una piccolissima chiatta (Butrint ferry) si attraversa il fiume e si prosegue la strada SH81 verso la sorgente di Syri I Kalter, lungo una strada sali e scendi abbastanza rovinata ma con dei punti panoramici pazzeschi. Arrivati alla sorgente carsica ci accorgiamo delle tantissime auto ferme e soprattutto Andrea ci comunica che la strada è stata interrotta per cui dal park si sarebbero dovuti fare 2,5 km a piedi sotto al sole (ormai è l’ora di pranzo) vestiti da moto e insieme a tantissime altre persone. Lascia decidere a noi anche se ci confessa che la sorgente “occhio azzurro” è molto molto bella da vedere… decidiamo all’unanimità di proseguire. 

Allora la sua preoccupazione diventa il trovare un posticino dove mangiare e si ferma in un improbabilissimo posto … una casetta lungo la strada con un paio di auto parcheggiate davanti e dove chiede se è possibile mangiare qualcosa e non solo bere. Alla risposta positiva di Marinella ci sediamo e ci vediamo arrivare praticamente parte del loro pranzo di Pasqua: agnello, burek (torta salata tipica albanese con pasta sfoglia e verdure, buonissima), burro fatto da loro, patate, e altro ancora … tutto “home made” come ci confessa Marinella più tardi, compreso il buon dolce e il buonissimo caffè alla turca. (10€ a testa).

Ora riprendiamo la strada verso Girocastro, la presenza di uno scavo per un park davanti all’hotel fa si che il trasporto bagagli sia un po' difficoltoso ma ci riusciamo, doccia veloce e pronti ad affrontare la visita della città. Ci dirigiamo non senza qualche difficoltà (vista la strada in salita) soprattutto da parte di Beppo che decide di prendere un taxi insieme ad Andrea, verso il Castello di Girocastro per avere però una bruttissima notizia… è chiuso (non capiamo se perché domenica o perché è la Pasqua ortodossa). Non ci resta che passeggiare per la città, comprare qualche souvenir e scegliere il ristorante per la cena. 

Ci raggiunge a questo punto anche Paolo Bertelli, un collaboratore di Andrea alla Go-Biker che ha deciso di prendersi 3 o 4 gg di ferie prima di un grosso impegno di lavoro e di stare insieme a noi. Paolo è un tipo davvero spassosissimo, aggregante, divertente … sarà un bel contributo al gruppo !!

Decisi ci dirigiamo verso il ristorante della sera dove la cena PER LORO è di nuovo a base di agnello mentre io mi arrangio tra verdure e pollo “Kujtim Restaurant” (10€ a testa).

Lunedi 25 aprileGirocastro-strada panoramica con drone-Pogradec (Hotel 1 Maji in riva al lago Ohrid))

Ore 9,00 partenza da Argirocastro lungo una bellissima strada panoramica con vista sulle montagne innevate con gli alberi (a me sconosciuti) pieni pieni di bellissimi fiorellini rosa che ci ha portato addirittura molto molto vicini al confine con la GreciaPaolo, dopo averci stupito con le sue 2-3 telecamere attaccate al casco, ci ha definitivamente lasciato a bocca aperta quando in una fermata ha aperto il bauletto e … ha tirato fuori il DRONE… WOWOWOWOWOW. Un paio di volte ci siamo quindi fermati in posti bellissimi e strategici a far volare il drone… vedremo le riprese.

Verde, Pace, Alberi dai fiori colorati ma anche una povera volpe morta a lato strada, una tartaruga ferma all’interno di un tornante, tanti tanti cani e gatti randagi magrissimi, e ancora cavalli, asini, pecore, capre, mucche, cicogne...una scrofa… una flora e una fauna bellissima in questa terra povera Albanese. Poi la strada è sensibilmente peggiorata ma nulla che io non avessi già fatto… ho solo, ulteriormente, rallentato la mia andatura e di conseguenza quella del gruppo ma mi perdonano, o almeno fanno finta di farlo (SOPPORTAZIONE RECIPROCA… valida per tutti e 6). 

Lungo questa strada con grandi buche, nel nulla più assoluto, ci siamo fermati a mangiare in un allevamento di trote “Farma Sotira”, una bella oasi di pace (11€ a testa). 

Dopo pranzo riprendiamo la strada e giunti a Pogradec sulle sponde del fiume Ohrid ci dirigiamo verso il ns hotel, un po' di riposo e poi passeggiatona lungo il lago chiacchierando, rinfrancati da una buona birra in un Pub “Sherlock” offerta da Beppo ed infine pizza in hotel (6€ a testa)

Martedi 26 aprilePogradec-confine Albania/Macedonia-Monastero di S.Naum-Parco Nazionale Mavrovo-confine Macedonia/Kosovo-Prizren (Hotel Kacinari)

La giornata inizia molto bene, sveglia presto e partenza per le 8,15 (Beppo forse è quello meno contento di queste partenze all’alba). Oggi, su comunicazione di Andrea, “sarà Paolo il ns. Tour Leader”… ma non sarà assolutamente così perché poco dopo la partenza, dopo il confine tra Albania e Macedonia, Andrea riprende la testa del gruppo. 

Prima fermata il Monastero di St. Naum, un luogo incantevole, dove si respirava una certa spiritualità… io e Roberto abbiamo acceso entrambi un piccolo cero subito fuori della chiesetta affrescata ma nella quale ci è stato proibito di fare fotografie. Ci siamo accontentati di farne all’esterno e ai bellissimi pavoni che circolavano subito fuori, sembrava quasi che non aspettassero altro che di mettersi in posa con una splendida “ruota” variopinta. La fermata è durata solamente 15-20 minuti, nemmeno il tempo di guardarci intorno… peccato. 

Ma la strada è ancora molto lunga e ci rimettiamo in marcia lungo il Parco Nazionale di Manrovo. Qui piccola sosta pranzo al “Kaj Profesorot” (10€ a testa) contornati da alcuni cani che assomigliavano a orsi e con un proprietario giovane simpatico e pieno di tatuaggi.

E viaaaaaa che si riparte verso il confine con il Kosovo dove di nuovo si deve fare i conti con il pagamento di una nuova assicurazione (10€)

Subito dopo il confine, scendendo tranquilli da una strada abbastanza pulita ma lungo la quale  come al solito io facevo da retroguardia, improvvisamente a metà curva vediamo la Honda Africa Twin (Piki Piki) di Paolo distesa per terra e vediamo lui che viene aiutato a tirarsi su da terra in mezzo alla strada. Ahia ahia ahia… per fortuna ci fermiamo e constatiamo che le cose sono brutte ma non gravissime. Paolo si alza zoppicante senza appoggiare il piede destro e capiamo che è stata evitata una disgrazia. Concitatamente avvisiamo telefonicamente Andrea che era andato avanti con Beppo e gli spiego più o meno cosa è successo dicendogli di tornare indietro. Nel frattempo alcuni ragazzi con un furgoncino parlando in francese ci fanno capire che ci danno loro una mano e che portano Paolo in ospedale.

Situazione: Paolo va in ospedale nel furgoncino e saprà l’esito solo più tardi… frattura scomposta della caviglia destra, necessario intervento chirurgico, necessario un rientro sanitario dopo aver messo su un gesso. Andrea segue in moto Paolo fino in ospedale mentre noi 4 piano piano ci avviamo alla tappa successiva con il cuore un po' spento… Prizren

Consapevoli che poteva andare molto peggio e che sono cose che possono succedere, ci arrangiamo e troviamo l’hotel prima e un posto dove cenare dopo: cena con carne e fumo al “Beska Restaurant” (16€ a testa). 

Telefonicamente Andrea ci rassicura sulle condizioni di Paolo e ci avvisa che dormirà insieme a lui vicino all’ospedale in attesa di organizzare il rientro in aereo e che domattina sarà di nuovo da noi a Prizren. Dopo una passeggiata lungo la bellissima cittadina piena di vita e di gente giovane in strada che festeggia decidiamo di andare a nanna e di riposare dopo questo pomeriggio un po' turbolento.

Mercoledi 27 aprilePrizren-Gole di Rugova-monastero ortodosso Visoki Decani-confine Kosovo/Albania-Valbona… fine della strada (Guesthouse Fusha e Gjese)

Al mattino scendendo a colazione troviamo già Andrea che ci aspetta e che ci aggiorna su Paolo e sulle decisioni per quello che riguarda il rientro aereo e il fatto che Piki Piki è stata “parcheggiata” presso la polizia del Kosovo in attesa che l’assicurazione Honda ne predisponga il rientro.

Ci avviamo quindi verso le gole di Rugova, prima delle quali troviamo una coppia di soldati (con una soldatessa MOLTO carina) italiani in missione di controllo nel Kosovo che ci hanno visto e che essendo anche loro motociclisti hanno deciso di fermarsi a salutarci. Due chiacchiere, due risate, un saluto, una foto e ripartiamo… destinazione come dicevo Rugova.

Lungo la strada un pranzo “con vista sulla valle” al “Restaurant Hani” (11€ a testa). Dopo pranzo visto che è presto per andare verso ValbonaAndrea decide di farci vedere anche il Monastero Visoki Demani. L’accesso è presidiato da militari della NATO che chiedono per poter entrare il ns passaporto ma poi dentro ai cancelli troviamo un simpaticissimo “pope” che ci fa da guida raccontandoci alcune particolarità del Monastero e la sua storia. Compro un paio di cose (incenso, burro cacao e siero antinfiammatorio) fatte dai frati (???) 

Uscendo incontriamo di nuovo la soldatessa che su una nuova macchina e con un nuovo compagno militare sta facendo ancora la ronda e poi ci avviamo a Valbona… la fine della strada, la fine del mondo.

Valbona in effetti è un posto un po' magico… poco conosciuto dai turisti ma con un buon potenziale, anche se forse è bello proprio perché è ancora un po' solitario e selvaggio. 

Consumiamo all’interno della stessa Guesthouse la cena e finito di mangiare l’agnello (loro) e un sacco di altre specialità (io), a letto senza internet (l’ho detto che è un posto un po' dimenticato da Dio e dagli uomini). (cena 20€ a testa)

Giovedi 28 aprileValbona-Fierze-Traghetto Berisha lungo il fiume (3 ore)-Kumani-Tirana (Hotel Capital Tirana-Hotel Bruci)

Sveglia con molta molta calma … con somma gioia di Beppo che sicuramente è il più “dormiglione” del gruppo. Ci avviamo quindi verso l’imbarco del traghetto Berisha a Fierze. Attendiamo qualche ora e poi verso le 13 salpiamo (dopo aver mangiato un veloce panino al bar per 1,62€ a testa) e ci facciamo un lunga crociera (circa 3 ore) fino a Kumani

Ad un certo punto scendiamo e mi rendo conto che la richiesta di Andrea di poter stare come coda del gruppo al posto mio, ha un suo perché. La strada fa abbastanza schifo… sono circa 35 km di sterratino, buche, sassi, il tutto condito da una strada molto panoramica ma molto molto poco segnalata e senza protezioni. Con Roberto che su mia richiesta mi aiutava a trovare la parte di asfalto meno rovinata e con il pensiero di avere Andrea dietro di me che sicuramente non era contento di dover andare così piano… sono arrivata in fondo … faticoso ma siamo in ritardo quindi nemmeno una fermata per riprendere fiato che ci dirigiamo velocemente lungo una specie di statale verso Tirana

L’ingresso a Tirana è abbastanza difficile, sono tutti matti, non sanno guidare e bisogna avere 100 occhi perché NON HANNO REGOLE in strada. Traffico tremendo, ci perdiamo di vista un paio di volte ma devo ammettere che Andrea riesce sempre a farsi notare nel traffico quindi in qualche modo gli stiamo dietro e arriviamo all’hotel sudati e stanchi.

Due passi, un aperitivo e poi una bellissima cena di pesce all’interno del mercato di pesce di Tirana al “Markata & Peshkut Soni Fish”… loro si sono scelti il pesce per il “crudo” e poi tagliolini con il pesce e poi una frittura… uno spettacolo (anche se abbastanza “cara” e paghiamo 40€ a testa). 

Andrea è un bel tipo, ha girato il mondo e conosce molte cose (anche se a volte bisogna un po' limare le cose che racconta), è divertente quando racconta i suoi aneddoti di viaggio ed è stato molto bravo a gestire il viaggio nella sua figura di Tour Leader. Aggiornamento su Paolo: è arrivato in H a Genova e lunedi lo operano. 48 ore passate con lui sono state divertentissime… è davvero un po' “fuori di testa”.

Venerdi 29 aprileTirana-Bunk’Art-Durazzo (imbarco Adria Lines AC CLAUDIA)

Partenza con calma dall’hotel per immergerci di nuovo in un caos di traffico pazzesco fino a Bunk’art 1 (ingresso 4€ a testa). 

Si tratta di un ex bunker atomico aperto nel 2014 risalente al periodo della Guerra Fredda al tempo del dittatore Enver Hoxha ove si può vedere, nei suoi 5 piani, le sue 106 stanze e i suoi 3000 metri quadri di follia, la storia dell’esercito comunicsta Albanese e quella che era la vita del popolo in quel triste periodo.

You can chain me, you can torture me, you can even destroy this body but YOU WILL NEVER IMPRISON MY MIND” (Mahatma Gandhi)

Finita la visita, di nuovo tuffo nel traffico per arrivare alla strada che porta al porto di Durazzo. Pranzo veloce fuori dal porto (6€ a testa) e poi … un po' tristi ci si imbarca intorno alle 14,00.

Questa volta la ns nave/traghetto è la AC Claudia (sempre Adria Lines)… bellissima.
Questo si che è un bel traghetto. 

Passano veloci le ore della serata, la cena a bordo (20,45€ a testa) e le chiacchiere con altri motociclisti post cena. Abbiamo conosciuto Gesualdo (Mr. Svizzera) un ragazzo con una TDM che ci ha raccontato un po' come è la sua vita in Svizzera (anche come motociclista) e con il quale ci siamo scambiati i numeri di cellulare per poterci sentire in caso di viaggetto nelle rispettive zone di residenza.

E ad un certo punto “tutti a nanna” domattina si sbarca ad Ancona e soprattutto…è finita la vacanza.

Sabato 30 aprile… 

Sbarco dal traghetto ad Ancona e rientro a casa parte in autostrada (fino a Cesena Nord) e poi lungo la statale. Pranzo piadina (19,20€ a testa)

 

 

Andalusia

---------> Raccontato da Renata <---------

Sabato 21 maggio… CASA-CREMONA-VALDIERI (Hotel La Fisarmonica)

Partenza ore 8,45 destinazione Valdieri in provincia di Cuneo ed è solo la prima tappa di un lungo percorso che ci porterà fino in Andalusia, Spagna. Oggi sono previsti circa 500 Km di autostrada o quasi. Al mattino però mi viene un’ idea: perché non chiamiamo Gidavo e ci fermiamo da lui a CREMONA per un aperitivo insieme? Lui accetta ben-volentieri e così alle 11,20 ci si vede fuori dall’autostrada al casello di Cremona e chiacchieriamo per un paio di ore facendo una veloce visita alla cattedrale (davvero una sorpresa, molto molto bella…ci torneremo) e due tramezzini dal famoso UGO.

Alle 13,30 circa si riparte perché la strada è ancora lunga e facciamo altri 160 Km circa (per un totale di 371 Km) di autostrada e usciamo ad Asti est (mannaggia alle 15,19 non mi ha preso il Telepass) e poi strade normali e statali piene di caldo ma anche di “verde”. Arriviamo a VALDIERI, doccia e poi una passeggiata di 6 Km (A/R) a cena al “Real Park” dove entrambi assaggiamo i famosi “Ravioli del Plin” (luogo consigliato dall’host della camera). Rientrati presto abbiamo pianificato la giornata di domani che prevede 8 ore di moto (sono davvero tantissime !!!!!) B.Notte.

Domenica 22 maggio…VALDIERI – VALROS (France) (Apartment calme et spacieux)

Sapendo di avere davanti a noi una lunga giornata con tanti tanti km, ci siamo svegliati presto e siamo partiti per le 8,00. m Fare il COL DE LA MADELEINE a quell’ora è stato fantastico perché senza traffico e con un’aria fresca e piacevole. In realtà partiti da Valdieri ci siamo prima diretti verso la Chiesa della Madonna del Colletto e dopo aver scollinato abbiamo intrapreso la strada del Col de la Madeleine e ci siamo diretti verso il confine di Stato. La lunga lunga vallata dal lato francese è stata bellissima da percorrere in moto, rilassante con tante curve dolci e asfalto perfetto.

Ci siamo fermati in un bar per una “petit dejeuner” e con il saluto “bonne journeè e bonne route” ci siamo riavviati. Profumo di ginestre, qualche avvistamento di falchetti e marmotte e via lungo la strada verso Avignone. Subito ci siamo fermati per vedere dall’alto il LAGO DI SERRE PONCON, fare due foto al verde smeraldo del lago e poi di nuovo giù… e poi di nuovo su verso il Colle di Faye… ad un certo punto, affamati ed accaldati abbiamo deciso di pranzare in un isolatissimo e anonimo “Bistrot de Pays” che ci ha stupito… soprattutto per il prezzo (40,50€ per due miseri piatti con carne e purè e verdure). 

Ad un certo punto decidiamo di fare una prima fermata benzina in terra francese: io faccio 18,88€ ma alla successiva fermata “acqua” mi sono accorta del messaggio di addebito sul cellulare nel quale si legge che mi hanno addebitato 150€ sulla prepagata… c@zzo. Incazzata e pensierosa riprendiamo la strada e tra rotonde rotonde e rotonde ci avviamo prima verso la trafficata Avignone e poi verso una trafficatissima Montpellier. La strada è ancora lunga, comincia ad essere tardi e la stanchezza ormai rende sempre più frequenti le fermate… decidiamo quindi di fare un pezzo di oltre 50 km di autostrada gratis per rendere più veloce l’avvicinamento alla chambre. 

Finalmente pochi minuti prima delle 19 arriviamo a VALROS  dove troviamo ad attenderci la proprietaria de “l’Apartment calme et spacieux; ambiance familiale” che ci racconta di essere una ex motociclista che a causa di un incidente con il suo Bandit qualche anno fa, ora non “gira “ più. Ci accorgiamo che Valros è davvero un miserissimo paesino in cui l’unico locale dove avevamo previsto di mangiare quando abbiamo prenotato la stanza, ha il turno di chiusura proprio di domenica… mannaggia (che ci serva da lezione per la programmazione del prossimo viaggio: quando verifichiamo la presenza vicino alla camera di posti dove mangiare, verificarne anche il giorno di chiusura). Unica possibilità di cena: pizza al “Tour of Pizza”, un microscopico “pizza da asporto” sulla strada con un piccolissimo tavolino all’interno dove si può mangiare … e poi rientriamo in camera. Ci sediamo nel tavolo in giardino subito fuori del ns. appartamento e organizziamo velocemente la partenza di domani, due chiacchiere in francese con la padrona di casa (ammazza quanto è arrugginito il mio francese) e … a nanna.

Lunedi 23 maggio…VALROS – CAPE REDERIS – GIRONA - TARRAGONA (Estudio Escogedor)

Svegliati presto, decido di aspettare le 8,00 prima di mettermi in contatto telefonicamente con la mia banca in Italia per capire come mai vedo l’addebito di 150€ sulla mia carta di credito prepagata che ho usato per fare rifornimento di benzina ieri…la signorina mi risponde che non può esserne sicura ma che in alcuni paesi succede che il benzinaio si “prenoti” sulla carta di credito l’importo max (di solito 120 o 150€) in un primo momento ma che poi al momento dell’addebito vero, viene effettuato quello del costo effettivo del rifornimento. Poco soddisfatta della risposta, incerta ma un po' rincuorata decido di temporeggiare e aspettare qualche giorno verificando periodicamente il credito residuo della prepagata. 

Partenza alle 8,30 sotto un cielo grigio scuro che non prometteva nulla di buono. Poco dopo la partenza si è alzato un vento fortissimo e fastidiosissimo in moto. Lungo la costa ci siamo fermati a CAPE REDERIS per due foto e per vedere la scogliera dall’alto…il vento forte non ci abbandona ma almeno abbiamo un bellissimo e panoramico cielo blu e un mare ancora più blu.

Dopo un veloce pranzo (panino) dentro ad un Carrefour alle porte di GIRONA6 (prima provincia della Catalogna dopo il confine francese) decidiamo di andare a vedere il centro storico medievale… molto bella la Cattedrale o Santa Maria (chiesa con pianta basilicale con la navata gotica più larga del mondo cioè 22,98 metri ed è anche la seconda più grande di qualsiasi stile, dietro a quella di San Pietro in Vaticano che è di 25 metri) e anche la basilica.

 Un buon gelato al volo e siamo ripartiti verso Tarragona (mancavano ancora 228 km e più di 2 ore e ½ di moto!!). 

Prima però abbiamo svelato 2 misteri: 

1. quello delle mosche che si trovano in vendita ovunque:le mosche di San Narciso (patrono della città). Nel 1285 l’esercito francese, non riuscendo ad entrare in Girona, attaccò e distrusse i quartieri fuori le mura, dove sorge la Chiesa di Sant Feliu con il sepolcro di San Narciso. Il sepolcro venne profanato e i resti del santo sparsi ovunque. La leggenda narra che un falegname, tentando di ricomporne il corpo si accorse che dal sepolcro uscivano sciami infiniti di mosche che, enormi e verdi dotate di un pungiglione molto grosso si sono indirizzate verso l’esercito francese che nel frattempo aveva assediato la città, provocando la morte di cavalli e soldati che furono costretti alla ritirata.

2. quello del “Caganer” catalano. La storia vuole che l’origine di questa figura risalga tra il XVII e il XVIII secolo e che in origine il Caganer rappresentasse un campagnolo, vestito in abito tradizionale catalano, nell’atto di defecare. Inserire la statuina all’interno del presepe porterebbe fortuna e allegria, viceversa potrebbe essere causa di sventure. 

Di quest’ultimo avevo pensato di comprarne uno a Dario in un bellissimo negozio monoprodotto ma il prezzo molto alto, il ritardo e il negozio momentaneamente chiuso mi hanno fatto desistere.

Prendiamo quindi una lunghissima autostrada non a pagamento (velocità 120 km/h) per tanti km e  alle 19,30 siamo arrivati a destinazione… stanchissimi. Anche oggi l’amata terra francese ha tentato di fregarmi addebitandomi una spesa di 120€ quando, lungo la strada ho fatto un rifornimento di benzina sulla moto ovviamente di poche decine di €. 

La camera è abbastanza deludente ... ma siamo in pieno centro storico di TARRAGONA (il complesso archeologico della città è stato definito nel 2000 Patrimonio Mondiale dell’Umanità). Doccia e subito fuori per cena. Dopo aver vagato un po' per la città optiamo per alcune tapas decisamente a caro prezzo alla “Casa del Vermut”.

Martedi 24 maggio…TARRAGONA – POBLET - TARRAGONA

Dopo una notte decisamente agitata e poco riposata per entrambi ci siamo alzati con un cielo nero e la strada bagnata… cosa fare ? Cosa non fare ? Decidiamo per una partenza soft per le 9,30 e vestendoci da pioggia ci siamo diretti al Monastero Cistercense di Santa Maria di POBLET (Patrimonio Unesco nel 1991) uno dei più importanti complessi monastici d’Europa. Il suo nome deriva dai boschi di pioppi (in latino popeletum) che si trovano in zona. 

Il nucleo centrale risale al XXII secolo ma la costruzione di nuovi edifici e strutture ebbe termine nel XVIII sec.: ciò rende Poblet da un punto di vista architettonico un interessante aggregato degli stili eterogenei che in tali secoli si succedettero. Molto molto molto bello e dopo più di 1 h e ½ di foto e audio guida abbiamo deciso di rientrare ma… appena arrivati alle moto tanta tanta pioggia. Aspettiamo 5 minuti e poi ci vestiamo da pioggia e partiamo. Appena scesi sulla strada verso il Col de Lilla (580 mt) ci investe un diluvio di pioggia e decidiamo di fermarci a mangiare ad un distributore di benzina.

Poi … ripartiamo verso Tarragona, verso la camera per cambiarci (anche se durante il rientro ci siamo praticamente asciugati) e per le 16,00 decidiamo di uscire di nuovo dalla camera per andare alla scoperta della città. Vista l’ora riusciamo a vedere solamente la cattedrale dedicata a Santa Tecla e dopo la visita, entrando in un negozio per curiosità e shopping, veniamo sorpresi di nuovo da un torrente d’acqua. E’ destino…dopo aver a lungo sostato dentro al negozio in attesa che spiovesse un po' siamo riusciti a rientrare in camera e decidiamo di fermarci li in attesa dell’ora di cena. Cena al ristorante “Quatros” e poi due passi e due foto a Tarragona di notte e al suo anfiteatro romano subito fuori le mura. 

Mercoledi 25 maggio…TARRAGONA – CANTAVIEJA (Casa Sara)

Ci siamo svegliati di nuovo con il cielo plumbeo e abbiamo deciso di attendere un po'. Ma poi Roberto non ne è capace e alle 9,30 siamo partiti verso The Silent Route. Ci siamo vestiti da pioggia direttamente nel parcheggio di Tarragona, per fortuna, perché abbiamo passato più di un’ ora e mezza sotto l’acquazzone. Su e giù per i colli (Col del Negre, della Teixeta e del Moro). Alla fine decidiamo, nei dintorni di ALCANIZ, di fermarci in un “El Campo” (Auchan) per comprarci carote e salame e facciamo un fugace ed economico pranzo nel park. 

Appare un po' di sole e partiamo ma il termometro è inclemente e arriviamo (nel punto più in alto cioè 1.600 mt ca) a 9 gradi. Lungo la strada ci imbattiamo in un simbolo, una mezza colonna di pietra e una scritta: La Isla de El Hierro meridiano “0” antes de Greenwich. WOWOWOWOWOW stiamo passando Greenwich…ci si ferma al volo e sebbene vestiti da pioggia e in giallo fluo ci si riempie di foto in tutte le pose, sia noi che le motine.

Con sprint iniziamo la “RUTA THE SILENT ROUTE (A1702) – Rutas Aragòn Slow Driving” 63 km di strada panoramica tra le contee di Maestrazgo e Andorra-Sierra de Arcos, per fortuna senza pioggia. Terminati i lavori di asfaltatura della A1702 da pochi mesi (marzo 2022) è stata premiata come Miglior Strada Nazionale al galà di Mototurismo 2022.

Una strada spettacolare sia da un punto di vista paesaggistico che da un punto di vista motociclistico. Anche senza lo splendore del sole il panorama a tratti lascia senza fiato, una strada immersa nella natura e nel silenzio (non incrociamo davvero nessuno !) dove ci divertiamo a fare foto improbabili, come quella mia nella quale SEMBRA che io stia uscendo da una lunghissima traccia sterrata: Iniziamo subito con 1.000 foto e saliamo saliamo verso Ejulve/Montoro De Mezquita (un paese praticamente fantasma a cui ci si arriva con una strada con gallerie e buchi direttamente nella roccia viva), gli Organos de Montoro (un monumento naturale costituito da una conformazione rocciosa nella provincia di Teruel Aragona Spagna), la sorgente del fiume Pitarque (con la strada che passa tra più buchi e dove il continuo e repentino cambiamento di panorami tra una curva e l’altra fa pensare alle porte de “Le cronache di Narnia”), Villarluego/Canada de BenatanduzPuerto de Cuarto Pelado e siamo arrivati a CANTAVIEJA (dove la proprietaria della camera ci cede gentilmente gratuitamente lo spazio all’interno del suo garage per le due moto anche se ci chiede di “spingerle” dentro per non fare puzza con gli scarichi… evabbè, è stata comunque molto gentile). 

Due passi in centro/relax e poi cena di pomodori (qui ne hanno di davvero spettacolari e soprattutto gustosissimi (anche se carissimi)) e carne alla “Casa Juanma”. 

La sera una bruttissima sorpresa… anzi due: mi sono dimenticata nella camera di Tarragona la maglietta con i pesci che ho usato come pigiama, regalatami da Roberto (era sua) giusto pochi giorni prima di partire e soprattutto ho perso l’anello d’ argento di Pandora che ho sempre tenuto al pollice destro… quello che avevo fatto aggiustare e saldare dallo zio di Sabrina pochi mesi prima. 

Giovedi 26 maggio…CANTAVIEJA - ALCARAZ (Mirador Sierra de Alcaraz)

Colazione presso la struttura (unica colazione che siamo riusciti a fare direttamente in hotel di tutta la vacanza spagnola) ed inoltre completamente Home Made (davvero squisita). Ci siamo svegliati con il  sole alto e malgrado la temperatura fresca (da montagna) alle 9,30 siamo pronti in moto per la lunga giornata. Prendiamo subito una bellissima strada di montagna con bei saliscendi tra 1.000 e 1.500 mt e con dolci curve oltre ad un asfalto pressocchè perfetto. Dopo una ennesima salita ci troviamo di fronte ad uno splendido panorama a 360 gradi con le cime limpide e … fotooooo !!!!!!

Ad ogni scorcio carino mi fermo e, senza scendere dalla moto, fotografo e sembro una “giapponeseimpazzita”. Scesi dalle montagne prendiamo l’autostrada (MAI a pedaggio) per tanti lunghi km compreso intorno a Valencia con un fiume di camion in movimento e ci fermiamo, fuori dall’autostrada per una sana insalata stile LIDL. Decidiamo, visto il meteo e il relax della strada, di dirigerci verso ALCALA’ DEL JUCAR (paesino della provincia di Albacete), il paesino tanto decantato da Roberto che in effetti si dimostra molto carino, arroccato e soprattutto che lungo la strada compare all’improvviso, dal nulla. Alcalà era una fortezza musulmana che faceva parte della linea difensiva costruita dagli Arabi per far fronte alle truppe  impegnate nella lunga lotta per la riconquista cristiana della penisola iberica.

Preso il caffè (e prenotati on line i biglietti per il concerto del Boss che si terrà a maggio del 2023) riprendiamo la strada verso ALCARAZ e, se prima di Alcalà avevamo fatto distese di “pianura” ad una altitudine di 800 mt (con enormi distese di vigne basse, di grano, di piante da frutta, di terra concimata), dopo il caffè la strada si fa davvero bella, di nuovo dolci curve e verde tutto attorno a noi… fino ad Alcaraz. Il paese, dalle origini storiche musulmane,  è posto sul colle di San Cristobal ai piedi della Sierra de Alcaraz. Ci dirigiamo aiutati dai nostri navigatori Garmin Zumo XT verso l’hostello in cui dobbiamo soggiornare. Ci facciamo subito una buona e rinfrescante doccia e siccome il ristorante interno e sottostante è chiuso per turno di riposo ci dirigiamo verso la piazza principale del paese e ci mangiamo la Pizzas.

Venerdi 27 maggio…ALCARAZ-PEDRO ABAD (Hostal Macami)

Anche oggi ci svegliamo presto con una forte voglia di caffè, ci aggiriamo nel paese addormentato a piedi dopo aver caricato i bagagli in moto ma … TUTTO CHIUSO !!!!! Quindi un po' sconsolati, senza la doverosa dose di caffeina in corpo, decidiamo di partire prima che faccia caldo. La giornata è davvero bellissima e abbiamo “voglia di strada”. Subito abbiamo preso la strada CM-412 ai confini della Sierra de Alcaraz e tra le città di Riopar e Salombre ci dirigiamo verso il passo “puerto de Las Crusetas” (1.300 mt). Ad un certo punto della strada, incuriositi dai segnali che indicano “Rio del Mundo” abbiamo fatto una piccola deviazione e siamo arrivati al sentiero per il “NASIMIENTO DEL RIO MUNDO”. 

Decidiamo quindi di lasciare le moto nell’immenso park sotto agli alberi (dove si trova una unica altra macchina…d’altra parte è mattino presto!!) e ci addentriamo nel bosco prima e lungo un sentiero in salita poi verso appunto la sorgente del “Rio Mundo”. Affascinati rivolgiamo lo sguardo verso l’alto e vediamo una grande cascata che esce dalla roccia… il Nasimiento !!!!. 

Foto su foto e poi decidiamo di rientrare alle moto anche perché il sole comincia a scaldare parecchio e noi siamo vestiti da moto (con pantaloni con protezioni e giubbotto in mano).

Un cartello lungo la strada ci fa sorridere: siamo entrati in ANDALUCIA. Ci dirigiamo quindi verso il cuore del PARCO NATIONAL DE CAZORLA SEGURA Y LAS VILLAS, ammirandone le strade e gli scorci di panorami sul fiume GUADALQUIVIR a dir poco spettacolare. La terra rossa delle rive contrasta con le acque azzurro-blu del fiume e gli fa da cornice il bosco verde illuminato dal sole… si avrebbe voglia di fermarsi ad ogni curva per una foto !!!!!!

Ad un certo punto ci accorgiamo che non ci sono strutture ricettive dove poter mangiare qualcosa e la fame comincia a farsi sentire (unica possibilità era un bar alla diga ma di cui ci siamo accorti troppo tardi). Vediamo quindi l’ingresso ad un punto di osservazione della Riserva e decidiamo di fermarci e vedere se si riesce a mangiare qualcosa… un buonissimo panino con Jamon Serrano al “Parque de fauna silvestre-Collado del Almendrai” dove ci compriamo anche due belle magliette del Parco e fotografiamo il cinghiale quasi addomesticato che ci accoglie libero nel park della Riserva.

  Dopo pranzo decidiamo di ripartire dirigendoci in salita verso Puerto de Las Palomas (1.241 mt di altitudine) e ci fermiamo per una foto sul passo (dove conosciamo anche un Canadese in BMW che ci racconta di essere in giro per l’Europa da oltre 2 mesi: WOWOWOOWOWOW). Scendiamo dal Passo (unica strada in tutta la Spagna che presenta alcune buche…POCHE e NON PERICOLOSE: se sai guidare con le buche che ci sono nelle strade italiane, questa strada non ti spaventa ma ci è sembrato “strano” perché considerato l’altissimo livello di perfezione delle strade spagnole, questa deve essere sfuggita). Ci fermiamo a vedere Ubeda e Baeza visto che sono due cittadine Patrimonio dell’Unesco

UBEDA con la sua bellissima Plaza de Vasquez de Molina e la visita alla sua cattedrale, BAEZA con le foto esterne della sua Universidad International de Andalucia e della sua cattedrale ormai chiusa (troppo tardi). Dopo l’ennesima pausa bibita fresca risaliamo in moto e la strada è un continuo susseguirsi di ulivi ulivi ulivi… bellissimo paesaggio. Ci dirigiamo infine verso la ns. destinazione di PEDRO ABAD lungo una autostrada caldissima (oltre 33 gradi). Pedro Abad, paesino che abbiamo scelto per la sua vicinanza a Cordova per la visita di domani, non avendo trovato a Cordova una sistemazione a prezzi abbordabili (per la presenza della Fiesta de Maj). Decidiamo di mangiare nel ristorante che si trova all’interno del locale, una buona cena di pesce per poi rientrare in camera. 

Sabato 28 maggio…PEDRO ABAD – CORDOVA – PEDRO ABAD

Ore 8,00 e siamo già scesi dalla camera ma subito una sorpresa… l’ascensore non funziona (o meglio mi sa che lo spengono quando non è presente nessuno all’interno del locale che possa intervenire in caso di guasto) e ci tocca girare a piedi intorno al fabbricato per arrivare alla porta del bar e alle ns moto. Beviamo un caffè al volo nel bar della locanda che nel frattempo ha aperto (con una ragazza dal viso molto arrabbiato che ci serve). Saliamo in moto con panta leggeri e scarpe da ginnastica per 30 km di autostrada verso CORDOVA. Cerchiamo un park dove lasciare le moto che sia più o meno a metà strada tra la Mezquita e la location della Fiesta de Maj a cui vogliamo andare nel pomeriggio. Troviamo un park al sole con un parcheggiatore chiaramente abusivo che si intasca la mancia si mangia uno dei nostri biscotti e ci assicura che rimarrà lì fino a sera (??!!) e che le ns moto sono al sicuro con lui ...mah…

Ci dirigiamo alla MEZQUITA e attendiamo le 10 (orario di visita prenotato) gironzolando nel cortile e facendo foto su foto. La grande moschea di Cordova, oggi cattedrale dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima di Cordova, è una delle principali espressioni dell’arte arabo-islamica e dell’architettura gotica e rinascimentale dell’Andalusia, è l’unica moschea medievale spagnola sopravvissuta ed è una delle più grandi del mondo. E’ con l’Alhambra di Granada, la Aljaferia di Saragozza e la Giralda di Siviglia la più prestigiosa testimonianza della presenza islamica in Spagna dall’ VIII al XIII secolo. Ha una superficie di 24.000 mq e la sua costruzione iniziò nel 785. 

Entriamo finalmente dopo una breve coda al sole e... WOWOWOWOWOWOWOWOW … comincio a fare 3.000 foto, B/N colori caldi e scopro nuove funzioni del cell. Ne avevo sentito parlare e avevo visto alcune foto su internet ma…nulla a che vedere con lo spettacolo che ci si pone davanti. Roberto sorride a vedermi così incantata da tanta meraviglia (lui c’è già stato alcuni anni fa). 824 colonne tutte diverse, così come i capitelli molti dei quali recuperati da precedenti strutture romane e visigote. Un capolavoro prospettico in cui una serie di archi a ferro di cavallo dà il senso dell’infinito che permea la fede islamica.

Quasi due ore dentro a far foto (non si smetterebbe mai) e una volta deciso di uscire facciamo due passi shopping nelle stradine di Cordova verso il negozio Pandora per ricomprarmi l’anello perso un paio di gg fa e troviamo il negozio che avevo visto su Internet: CHIUSO… delusione! Ma ci riproviamo, guardo di nuovo su internet dal cellulare e trovo una seconda sede dentro al “El Corte ingles”, sempre a Cordova, lontano una 15ina di minuti a piedi. Roberto mi accontenta e passeggiamo verso il centro commerciale: trovo il mio anello in versione rinnovata e trovo anche un sacco di altre cose carine da comprarmi (strano ehhhh). 

Usciamo e passeggiando decidiamo di prenderci una bella coppa gelato, come quelle di una volta, per pranzo!!!!! Riprendiamo a camminare e ci fermiamo a prendere da bere, camminiamo e ci fermiamo per bere. 

Alla fine ci dirigiamo prima alle moto (e l’uomo è scomparso!!!) per controllarle e per lasciare alcuni acquisti e poi ci dirigiamo alla Fiesta de Maj. Un po' una delusione, entrambi ci aspettavamo un altro tipo di festa. Camminiamo e beviamo e camminiamo e ci fermiamo da MC Donalds per una insalata e poi via in moto verso Pedro Abad… abbiamo bisogno di una doccia urgente. Cena di nuovo in locanda.

Domenica 29 maggio... PEDRO ABAD – SIVIGLIA (Apartamentos Avenida)

Ci svegliamo al mattino con il cielo pieno di nubi (e 17 gradi) ma non ci preoccupiamo e alle 8,30 come al solito siamo già in moto verso l’autostrada direzione Cordova e oltre, verso la SIERRA DE HORNACHUELOS zona di ripopolamento e salvaguardia dell’aquila imperiale iberica. Di aquile nemmeno l’ombra ma alcuni nidi con le cicogne appollaiate sui pali della luce si li vediamo e ovviamente ci fermiamo a fotografarli. Ci ritroviamo a fare 40-50 km di tour all’interno del parco, fatti molto lentamente immersi tra gli alberi da sughero e gli eucalipti... quanta bella natura incontaminata: piccola sosta al Convento dei Carmelitani scalzi Nuestra Senora de la Sierra (anno 1945) a SAN CALIXTO (un convento completamente bianco e immerso nel verde delle piante circostanti: una piccola oasi) e poi di nuovo su e giù per il parco in una strada quasi single track, con un asfalto bellissimo e delle curve dolci e “danzanti”.

Pit stop per 4 tapas a La Puebla de Los Infantes ad ammirare le innumerevoli piante di arance e limoni sopra i marciapiedi e a fianco strada. Fermata caffè e passeggiata a Carmona (paese bianco dal sapore greco e dalla bella piazza). Infine ci addentriamo a SIVIGLIA, in una città per fortuna ancora sonnacchiosa (sono circa le 16,30) di una domenica pomeriggio e troviamo lo stabile dove c’è il ns. centralissimo mini appartamento praticamente di fronte alla cattedrale, con l’accesso mediante codici elettronici e park delle moto sotto alle mura di un ministero e le loro telecamere. Speriamo bene…

Passeggiata veloce in centro in una splendida Piazza Spagna, una piazza semicircolare (con ben 170 metri di diametro) che ha una superficie totale di oltre 50.000 metri quadrati (di cui solo 19.000 edificati), Essa rappresenta l’abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie: è decorata in mattoni a vista, marmo e ceramica che danno un tocco rinascimentale e barocco alle sue due torri Nord e Sud. E’ stata costruita per l’esposizione ibericoamericana di Siviglia nel 1929. Passeggiando intorno alla enorme piazza sferzata dal vento forte ma caldo, dopo aver assistito ad un folkloristico spettacolo di Flamenco facciamo un bel po' di foto e subito dopo un po' di sano shopping nelle stradine del centro per l’acquisto della maglietta di Siviglia (ne volevo una come ricordo del Viaggio Andaluso).

Ad un certo punto ci accorgiamo di avere fame e cerchiamo on line un posto dove mangiare una paella (a me non piace molto ma non posso tornare da un viaggio in Andalusia senza averla assaggiata e quindi accontento Roberto) e troviamo un posticino piccolo e nascosto tra le stradine poco turistiche di Siviglia (Pimentòn Tapas 50€ in due) … è confermato: la paella non mi fa impazzire !!!!Due passi verso il centro e poi, stanchi dalla lunga giornata, andiamo a nanna. 

Lunedì 30 maggio... SIVIGLIA

Cosa scrivere della giornata di oggi… bellissima Siviglia. Al mattino dopo uno schifoso caffè in appartamento ci siamo fatti la colazione al bar prima di andare al REAL ALCAZAR. L’Alcazar è un complesso monumentale di Siviglia, un magnifico edificio che ancora oggi è utilizzato dalla famiglia reale durante le sue visite in città. E’ un perfetto esempio di architettura mudejar, ed è la residenza reale ancora in uso più antica d’Europa. Assieme alla Cattedrale e all’Archivio delle Indie è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1987.

Il palazzo è in realtà un complesso monumentale che comprende edifici per una superficie totale di 17.000 metri quadri e un giardino di 7 ettari, si è sviluppato dal XI al XVI sec. diventando negli anni una vera e propria cittadella fortificata. Due ore di cammino su e giù all’interno del Palazzo e dei suoi giardini e dopo foto + foto + foto (di pareti, soffitti, pavimenti mosaici, viali alberati, giardini curatissimi), alla fine stanchissimi per il caldo e per la gente decidiamo di uscire e abbiamo girato un po' per lo shopping souvenirs cercando di scegliere anche un posto dove mangiare qualcosa. Alla fine decidiamo per due tapas sotto all’appartamento (molto cari) con 22€ per acqua, birra, 6 micro crostini di Jamon e 1 specie di Gaspaco (Cerveceria Puerto Plata). 

Sfruttiamo appieno la centralità dell’appartamento e decidiamo di andarci a fare un riposino in camera nelle ore calde della giornata e di scendere poi per la visita alla CATTEDRALE (la più grande cattedrale di Spagna e una delle più grandi chiese gotiche del mondo occidentale) e soprattutto decidiamo di salire sulla GIRALDA, la torre campanaria della cattedrale sorprendente esempio di architettura almohade che quando fu costruita era la più alta torre del mondo con i suoi 104,1 metri con una base di 16,10 metri per lato circa, ricoperta interamente di laterizio cotto. Ci siamo quindi trovati a fare 34 rampe in salita al suo interno fatte quasi in scioltezza, ho detto QUASI

Persi nelle foto della cattedrale con un vero “fiume di gente” facciamo un conto sulle persone conosciute oggi: abbiamo conosciuto due signore sarde in coda all’Alcazar (alla faccia del biglietto “saltafila”) e una coppia di Torino in coda per la Giralda. Usciti, stanchi e un po' accaldati abbiamo prima continuato a camminare un po' per la città poi abbiamo deciso di esserci meritati un ENORME frozen yoghurt e un riposino in camera prima di cena. Scelto il locale per mangiare carne su internet ci stavamo dirigendo lì quando abbiamo visto un locale affollato ma carino e abbiamo deciso di cambiare destinazione e di fermarci quindi al Baratillo nella zona Placa de Toros, un locale come dice il nome vicino al luogo della Corrida dei Tori e dove le pareti erano ricoperte di teste di tori imbalsamati con le targhe che indicavano la data della morte e il matador responsabile… un po' anzi TANTO inquietante.

Dopo cena di corsa alla “De Nata”, un locale dove si mangia un dolcetto tipico portoghese “Il Pastel de Nata” che Roberto ci teneva a rimangiare e a farmi assaggiare, ricordo del suo viaggio passato ma si era spiegato male con la signora e quando siamo ripassati dopo cena … ci ha chiuso davanti agli occhi. A quel punto siamo rientrati in appartamento e siamo andati a dormire… domani si riparte per la ns. avventura.

Martedi 31 maggio…SIVIGLIA-RONDA (Chica Loav 89€)

Alla partenza da Siviglia Roberto si accorge che gli è stata rubata la papera gialla che gli avevo regalato e con la quale scherzava spesso con Renzo dicendo che era il suo allarme per la Stelvio… gli prometto che provvederemo ad un nuovo acquisto su AliExpress al ns rientro in Italia e partiamo. Destinazione RONDA tra campi a destra e sinistra, dorati di grano e verdi di patate, colline di girasoli appena sbocciati e strade sinuose. Wow che strade bellissime !!!! (ed in cima ad alcune colline vediamo stagliata la sagoma del toro, giusto per ricordarci il Paese in cui ci troviamo).

Ci fermiamo per un “caffè frio” ad ARCOS DE LA FRONTERA dove prendiamo anche un dolce tipico da smangiucchiare nei momenti di sconforto: i BOLLOS DE ARCOS (davvero buoni).  Entriamo quindi nella zona della SIERRA DE GRAZALEMA con una bella strada di montagna verso Puerto de El Boyar (1.103 mt) e poi un susseguirsi di su e giù (anche se la strada è piena di pulmann). Ci siamo definitivamente addentrati nei PUEBLOS BLANCOS !!!! Ci fermiamo a SETENIL DE LA BODEGAS un bellissimo paese incastonato anzi sarebbe meglio dire incastrato/costruito direttamente sulle rocce: uno spettacolo affascinante e sicuramente fuori dall’ordinario. Pranzo in un locale tipico con carne molto buona.

Arriviamo a RONDA dove troviamo un comodo parcheggio gratuito proprio nella piazza sotto all’appartamento. Doccia veloce nel ns ENORME appartamento e ci dirigiamo verso il centro della città per fare le foto al famosissimo Puente Nuevo. Ci godiamo lo spettacolo artigianale della creazione di profumatissimi (e buonissimi) croccanti e nel frattempo navighiamo su internet per trovarci un localino dove mangiare tapas e ne troviamo uno molto molto interessante e “famoso” proprio in centro… ma è CHIUSO… AZZZZZZZ che sfortuna. Navighiamo di nuovo un po' in rete e troviamo un sacco di ottimi complimenti al locale proprio nella stessa piazza del ns. appartamento che si chiama “Botega San Francisco” dove troviamo una vastissima scelta di ottime tapas (18,75€ in due): OTTIMA SCELTA, OTTIMA CENA. BUONISSIME !!! (tanto che ci torneremo anche domani).

Mercoledi 01 giugno... RONDA-COSTA-RONDA

Partiti con calma alle 9,00 di una giornata splendida, ci dirigiamo subito verso UBRIQUE (città della pelle) dove ci beviamo un secondo caffè, due passi in centro, uno sguardo al mercato coperto e ripartiamo. Ginestre profumate, oleandri colorati, tori al pascolo nella riserva naturale di LOS ALCORNOCALES e alberi di sughero ci fanno compagnia in una delle più belle strade fatte fino ad ora, in mezzo agli alberi, con asfalto bellissimo e senza traffico: A2304 da Ubrique a ALCALA’ DE LAS GAZULES

Fermata al supermkt per una insalata fresca al volo e ci avventuriamo su e giù per le stradine in cerca di uno spiazzo e di un po' di ombra dove poter mangiare in santa pace… il caldo comincia a farsi sentire e non è facile trovare un posto non recintato visto che siamo dentro ad una riserva naturale… finalmente troviamo uno spiazzo con un albero che ci ospita per pranzo (e mangiamo anche delle fragole ottime) appoggiati ai bauletti delle moto. Dopo il pranzetto, rincuorati ci dirigiamo verso il mare (oceano) verso CONIL DE LA FRONTERA a fare due foto ai tori al pascolo lungo la barena (sono uno spettacolo davvero STRANO, ho fatto anche un piccolo video).La strada è ancora tanta e quindi decidiamo di fare due foto al volo e di ripartire abbastanza velocemente tra cicogne in volo, tori al pascolo (tanti) e pale eoliche (tantissime) e ci dirigiamo fino al punto più a South Est d’Europa (fonte Istagram) cioè TARIFA

 ESCAPE='HTML'

Foto/video di rito e si riparte con un piccolo pit stop a Barbate per una bibita fresca in spiaggia. Arrivati per le 20,30 a Ronda ci si fionda in doccia e poi alla “Bodega San Francesco” (di nuovo) per una meritatissima cena di tapas, due passi fino al ponte illuminato per le ultime due foto by night ed infine crolliamo a letto: è stata una giornata stancante.

Giovedi 02 giugno...RONDA – GRANADA (Pension Zurita)

Partenza ore 8,30 sotto ad un cielo scuro scuro ma mano a mano che ci siamo allontanati da Ronda è comparso un po' di sole. Prima fermata ARDALES (pausa caffè e benzina) prima della salita al EL CHORRO (la destinazione che il mio navigatore ZUMO XT si ostinava a non prevedere-eh si certo… avevo messo come impostazione “evita strade sterrate” e ci sono ben 50 mt senza asfalto !!!!!). Puntiamo quindi verso El Chorro e dopo, verso VALLE DE ABDALAJIS, strada spettacolare da un punto di vista naturalistico (si vede nettamente anche il percorso del Camminito del Rey dal “desfiladero de Los Gaitanes” che deve essere una esperienza davvero UNICA ma che sicuramente non possiamo fare vestiti da moto) che, dopo El Chorro, assomigliava un po' alla strada dell’Albania, quella dopo lo sbarco a KUMANI

 ESCAPE='HTML'

Siamo quindi arrivati a ANTERQUERA, la città dalle 30 chiese… ma non ne abbiamo vista nessuna perché davanti ad un caffè e un piccolo panino per pranzo decidiamo di visitare i Dolmen della città (gratuiti per i cittadini europei) (Dolmen De Menga, De Viera e De El Romeral) e poi proseguire verso la costa. Arrivati alla N340 ci siamo resi conto che il “lungomare” non è così bello come lo hanno descritto su internet… ci fermiamo e ci consoliamo con un mega gelatone in un bar della spiaggia. Dopo alcune incomprensioni sulla strada da prendere decidiamo di salire a GRANADA lungo la N4050 (A-4050) la strada che su internet avevo visto come una delle più belle da fare in moto e … wowowowowowow davvero bellissima (se ci fosse stato anche un po' di sole l’avrei battezzata SICURAMENTE come la strada più bella del ns. viaggio in Andalusia). 

 ESCAPE='HTML'

Parte da ALMUNECAR, sulla costa per poi salire lungo una stranissima strada scoscesa, senza protezioni e a volte anche sulle dorsali delle montagne… saliamo così fino a 1.300 mt e più (siamo all’interno della Sierra de TEJEDA, ALMIJARA Y ALHAMA). Si scende poi dall’altro crinale lungo un rettilineo dopo l’altro con uno scenario completamente diverso (come spesso succede qui in Spagna). Infine arriviamo poco dopo le 19 a Granada e prendiamo possesso della camera alla Pension Zurita quasi in pieno centro. Il proprietario ci suggerisce una cena alla “Botega de Antonio” e noi non ci facciamo perdere l’occasione: ceniamo molto molto bene infatti ci torneremo anche nei prossimi giorni… passeggiata digestiva e nanna pregustando la visita della città per il giorno dopo.

Venerdi 03 giugno...GRANADA

Giornata impegnativa anche oggi. Svegliata di soprassalto alle 5,06 del mattino per delle urla in strada, riesco a riappisolarmi e rimango in uno stato di sonno/sveglia un po' agitato. Una volta svegli ci siamo resi conto che le giornate sono impegnative e stancanti e forse avremo bisogno di un piccolo “pit stop” … un “fermo-moto” di 24 ore e di relax in una spiaggia spagnola… decidiamo e prenotiamo una giornata al mare a San Josè per i prossimi giorni. Scesi dalla camera abbiamo cercato un caffè dove poterci svegliare e abbiamo trovato uno Starbuck, poi ci siamo diretti alla cattedrale (10€ in due) ed infine a vedere le tombe reali, la cappella dei regnanti (10€ in due)... questa ultima molto bella anche se PURTROPPO è vietato l’uso della macchina fotografica in segno di rispetto per i regnanti.

Esso è un edificio gotico isabellino costruito tra il 1505 e il 1517: era originariamente integrato nel complesso della vicina Cattedrale di Granada ma ora è il luogo di sepoltura dei monarchi spagnoli, la regina Isabella I e il Re Ferdinando, i monarchi cattolici. Terminata la visita ci siamo regalati un kebab al volo per pranzo prima di salire alla ALHAMBRA (24,39€ in due).  

L’Alhambra è una vera città murata (medina) che occupa la maggior parte del colle della Sabika a Granada. Al suo interno vi erano tutti i servizi necessari agli abitanti che vi vivevano (moschee scuole botteghe e altro). Nel 1492 diventò un Palazzo Reale del Re di Spagna e questo ne evitò la distruzione come tanti altri palazzi musulmani. 

Nel 1984 l’Alhambra e il Palazzo del Generalife furono dichiarati Patrimonio Mondiale dell’umanità (Unesco) ed è stata scelta tra i 21 candidati finalisti per essere indicata come una delle 7 meraviglie del mondo moderno. Il complesso copre più di 100.000 m2 di superficie. Li dentro abbiamo camminato per oltre 2 ore totalizzando 9 km e circa 20 piani saliti (fonte l’app “Attività” dei ns iphone). Uno spettacolo davvero MERAVIGLIOSO: mi sembrava di essere una bimba che continuamente si stupica delle meraviglie della Storia (Foto-foto-fotooooooo… tantissime nel tentativo di bloccare il tempo e fissare nella memoria il più possibile di quelle Meraviglie).

 ESCAPE='HTML'

Stanchissimi ci siamo diretti in camera per un po' di meritato relax prima di cena e prima della passeggiata all’Albaicin. Avevamo optato per prendere il bus in salita fino all’ALBAICIN dopo cena e poi scendere a piedi ma … senza mascherina niente bus e noi ce la eravamo lasciati in camera (AZZZZZ) . A quel punto dopo cena (di nuovo alla “Bodega da Antonio” ) decidiamo di salire a piedi ma è un disastro… scalini a salire e scalini a scendere su pietra, con le gambe stanchissime. L’Albaicin è il quartiere-colle di Granada che ha conservato le strette strade, i cortili con alberi e fiori, le terrazze, le cisterne e le fontane pubbliche risalenti al passato dominio medievale dei Mori. Sorge sul una collina di fronte al’Alhambra, da cui è separato dal fiume Darro e nel periodo di dominazione arabo-berbera ed ebraica visse il momento di massimo splendore con i suoi 60.000 abitanti e le sue 26 moschee.

 ESCAPE='HTML'

Bellissimo il panorama dell’Alhambra al tramonto con anche lo spettacolino improvvisato di due splendidi esemplari di pappagalli ARA ARARAUNA coloratissimi vista dal colle dell’Albaicin (tante foto !!!) ma ci siamo distrutti infatti quando rientriamo in camera io non sto nemmeno in piedi.

Sabato 04 giugno...GRANADA

Inizialmente avevamo tanti progetti per questa nuova giornata a Granada ma … ci siamo davvero distrutti ieri nella visita della città e quindi decidiamo di comune accordo di farci una giornata di meritato relax: al mattino colazione, poi passeggiata sotto l’Alhambra, visita bagni turchi antichi “Banuelo” (10€ in due) poi vecchia casa turca (Casa Horno de Oro) e di nuovo in centro. Pranzo con boccadillo jamon serrano in un anonimo bar in centro e poi relax in camera. Al pomeriggio usciti per churro & ciocco !!!

Durante le ns bighellonate in giro per la città ci siamo imbattuti in un gruppo di giovani che si confrontavano in una competizione di street dance e ci siamo fermati a guardarli e a riprenderli per qualche minuto e poi di nuovo fermi ad un bar a bere un “thé frio” (la giornata è abbastanza calda). 

Anche questa sera decidiamo di non cambiare e di fermarci di nuovo alla “Bodega di Antonio” (menù a base di paella mista e pomodori).

Domenica 05 giugno...GRANADA – S. JOSE’ (Santuario San Josè)

Lasciata Granada alle 8,30 dopo un caffè Lavazza (improbabilissimo) abbiamo preso subito la strada de LE ALPUJARRA. Bellissimi panorami già da subito. Come sempre asfalto perfetto, panorami continuamente diversi e tante tante curve. Stop a PAMPANEIRA (la patria dei tappeti), un piccolo paesino abbarbicato sul colle dove abbiamo comprato e mangiato pane e formaggio de Cavra (oltre a sciarpe e tappeti e origano fresco per me). 

Dopo aver mangiato il panino appoggiati alla moto ripartiamo e via di nuovo su e giù per la SIERRA NEVADA. Incuriositi dalle indicazioni trovate sulla mia guida della Spagna decidiamo di fermarci per un sorso di puro ferro diluito in acqua alla FUENTE AGRIA dopo Portugas. Una fonte di acqua che scaturisce dalla montagna ma che colora tutto di “arrugginito”. Riempiamo le borracce ma una volta arrivati alla moto decidiamo che il sapore è davvero terribile e quindi… le svuotiamo prima che prendano irrimediabilmente il gusto di arrugginito. Riprendiamo la strada e di nuovo seguiamo le indicazioni della “guida di Spagna del National Geographic” alla ricerca di TREVELEZEn Trevelèz tocaràs el cielo, el Pueblo màs alto de Espana” . Alle porte del paese ci facciamo due foto con la scritta di Bienvenido sopra alle ns. motine e ci fermiamo a bere qualcosa. 

Nel negozio a fianco al bar vediamo dei tappeti bellissimi e coloratissimi e sia io che Roberto ce ne innamoriamo e studiamo il modo per acquistarli e portarli in moto, li compriamo e per pagare ci troviamo in un negozio pieno di Jamon attaccati al soffitto e un profumo paradisiaco. Leghiamo stretti stretti i tappeti alle moto e ripartiamo verso il mare, verso la cittadina di SAN JOSE’ dove staremo fermi due notti per un ultimo relax al sole prima del rush finale verso casa. 

Lunedi 06 giugno... SAN JOSE’

Giornata relax al mare. Mattino colazione e qualche ora in spiaggia. La spiaggia è davvero piccolina e la passeggiata avanti e indietro/indietro e avanti, dura davvero poco poco… ma l’obiettivo di oggi è il relax quindi: all’ora di pranzo boccadillos e tapas in paese, dopo un riposino all’ombra, e poi di nuovo un riposino in camera e torniamo in spiaggia di nuovo alle 17. Io già ustionata dal sole del mattino ho preferito quasi subito l’ombra. Passeggiamo lungo il lungomare per vedere i localini dove poter cenare alla sera e alla fine scegliamo la pizza al Versuvius… diciamo buona ma un pò cara.

Martedì 07 giugno...SAN JOSE’ – BURRIANA (Hotel Beatriz)

Partiti presto, alle 8 eravamo già in sella alle ns  motine. Usciti dalle spiagge di San Josè abbiamo subito trovato area desertica e una striscia di asfalto in mezzo. Su e giù per alcuni paesini, senza tra l’altro trovare una cafeteria dove fare colazione, fino ad arrivare ad un MIRADOR bellissimo: quello della GRANATILLA

Dopo le 3...4...500… foto di rito, ripartiamo e da lì di nuovo paesini e deserto, deserto e paesini fino all’imbocco dell’autostrada A7… prima tappa in cerca di fresco e di qualcosa da mangiare al Marcadona (una catena di supermercati locale MOLTO ben attrezzata) che ci ha stupito con una gastronomia davvero ben fornita (Roberto ha preso la Paella e io pollo arrosto) e un “bancone-isola” dove mangiare all’interno del supermercato, vicino alle casse, direttamente al fresco con microonde e stoviglie di plastica a disposizione di tutti.

Riprendiamo poi l’autostrada fino a che ad un certo punto una macchina (subito dopo MURCIA) mi segnala che qualcosa non va sulla mia valigia laterale… ci fermiamo e ci accorgiamo che la borsa sinistra è completamente aperta, ho perso per strada lo zainetto con l’abbigliamento da pioggia e la borsa piena delle attrezzature elettroniche (ipad, carica batterie etc) è in bilico sul coperchio della valigia, in orizzontale … C@zzoooooooooo… chiudo la borsa e Roberto propone di uscire dall’autostrada e tornare sui nostri passi ripassando sotto al viadotto nel quale FORSE si è aperta, unico posto in cui avevo sentito un piccolissimo ondeggiare della moto che avevo imputato ad una rigatura di asfalto, nulla più  ! (tanto questa autostrada non è a pagamento). Così facciamo e sulla corsia di emergenza la vediamo … CHE CULOOOO!!!! E soprattutto CHE CULO il fatto che la moto non si sia scomposta quando si è aperta la borsa!!!!! Rimango un po' scossa da quello che è successo e dico tra me e me che al ritorno vado a comprarmi le borse interne ufficiali della Givi in modo che non si verifichino più casi come questo… 

Riprendiamo l’autostrada e cammina cammina cammina facendo svariate soste per il “descanso delle chiappe” e per reidratarci (siamo arrivati a 35 gradi caldi caldi)… a sera arriviamo a BURRIANA525 Km (di cui solo una quarantina di strada costiera e il resto di autostrada). Cerchiamo come sempre un buon posto dove cenare e scegliamo un hamburgher al “Salvawings” … birreria all’aperto molto carina a due passi a piedi dal ns alloggio. 

(Credo di non aver mai visto un bagno come quello della ns camera: lavandino, bidet e water sono a forma di CONCHIGLIAAAAA!!!).

L'immagine non centra niente ma mi piace la frase ☺️

Mercoledì 08 giugno...BURRIANA-MONTBLANC (Hotel Viaurelia)

Sveglia presto, vestiti e via. La tappa di oggi è sicuramente più breve di ieri ma l’afa si comincia a far sentire già di prima mattina … il cielo è fosco. 1’ fermata a TORTOSA per il caffè e due passi (abbiamo visto anche un bel mkt coperto). Ripartiti ci siamo diretti a MIRAVET e per arrivare a paese e castello abbiamo preso il “passage du bac”: una chiatta che sfruttando la corrente del fiume Ebro porta da un lato all’altro (divertente anche se ha posto solamente per due auto e due moto e imbarco/sbarco è stato un po' un casino). 

Ci fermiamo per una bibita a Miravet due passi in salita, due foto e poi decidiamo di fermarci a FALSET a mangiare un boccone e decidere come proseguire. A Falset troviamo un negozietto davvero carino, con delle bellissime tazze da thè che decidiamo di comprarci oltre a delle mandorle davvero strepitose e poi ci dirigiamo nel centro paese per trovare un posto dove mangiare qualcosa. Ci sediamo in una specie di “mensa” dove l’oste non capisce e non si fa capire quindi dopo aver aspettato un bel po' senza aver ricevuto nulla se non un po' d’acqua decidiamo di andarcene a stomaco vuoto, mangeremo stasera. Ripartendo da Falset rivolgo una domanda a Roberto “vuoi fare il giro lungo o solo il Terrajo del Priorat ?” e la riposta è “giro lungo, vediamo tutto”. Poi però, una volta arrivati veramente a TERRAJO DEL PRIORAT cambia idea e “meglio se andiamo verso TARRAGONA” .

 ESCAPE='HTML'

Guardiamo il bel paesaggio ma essendo “all’infinito” (come lo chiamo io) decidiamo di non fare foto e proseguiamo dritti verso Tarragona all’appuntamento per recuperare la mia maglietta/pigiama con i pesci dalla proprietaria dell’alloggio con la quale ci siamo nei giorni scorsi accordati per un appuntamento in centro città. Recuperata la maglia risaliamo velocemente in moto e di corsa altri km verso MONTBLANC. Doccia al volo in hotel (molto carinamente la proprietaria ci fa parcheggiare le moto al coperto nel giardino privato dell’hotel) e poi usciamo per una passeggiata nel centro medievale della città e ad assaggiare camminando i MONTBLANQUINS in una bellissima pasticceria lungo le stradine del paese (mandorle ricoperte di zucchero). Optiamo infine per la pizza (sottile sottile) nel ristorante proprio sotto all’hotel (35,75€ in due). Foto ad un bellissimo tramonto dalla finestra della camera e poi nanna.

Giovedì 09 giugno...MONTBLANC-PEZENAS (Au Logis de Pezenas)

Anche questa mattina sveglia presto e alle 8 già in moto… la mattina si è subito rivelata freschina tanto che sono stata indecisa se mettere o meno l’antivento (16 gradi). Abbiamo cambiato vari tipi di contesto: collina, autostrada, strada tra pareti rocciose e infine strade contornate di verde. Pranzo in un supermkt di FIGUERES: pane fantastico, prosciutto 12 mesi di Serrano e succo di arancia spremuta al momento: WOWOWOWOW (11,90€ in due). Ripartiamo per le 13 e ci accorgiamo che il vento comincia ad essere insistente, sempre più forte. Mano a mano che si procede sulla strada è diventato sempre più difficile tenere dritta la moto. Ad un certo punto me la sono vista davvero brutta! Tra fermate e rallentamenti abbiamo deciso di puntare dritti a PEZENAS, luogo dell’alloggio e per le 16,20 eravamo già davanti alla camera prenotata, un bellissimo monolocale arredato molto alla francese, très jolie. Park moto nel posto auto dietro casa e decidiamo di farci due passi nel centro storico del paese che si è rivelato essere un bel concentrato di negozietti artigianali e angoli caratteristici… dove OVVIAMENTE mi sono sbizzarrita nello shopping … La solita indecisione sul “dove e cosa mangiamo stasera” ? Poi però passiamo davanti ad un locale dove fanno le Gallettas salate e le Crepès dolci e allora Roberto chiede di poter mangiare lì la specialità Bretone… e va bene (36,30€ in due). Piano piano ripassiamo all’interno del centro paese (davvero jolie… ci rimarrà nel cuore e ce ne ricorderemo dovessimo passare nuovamente di qui) e ci dirigiamo verso il ns. appartamento. 

Venerdi 10 giugno...PEZENAS – BARCELLONNETTE (Hotel du Cheval Blanc)

Al mattino il vento sembrava cessato ma dopo pochi km di strada le bordate laterali si sono fatte sentire e abbiamo di nuovo cominciato a combattere. Il traffico di Montpellier, i fenicotteri della laguna di Aigues Mortes nel centro del Parc National de Camargue, le dolci colline del parc national di Alpilles (Provenza) i campi di lavanda ancora poco fioriti della Haute Provence si sono susseguiti su questa corsa contro il tempo e contro i numerosi km che ci separano dalla ns ultima tappa francese a Barcellonnette. Il pranzo è stato a bordo strada su una boulangerie avec quiche e “panino” con pollet (15,00€ in due). Per finire pain avec pepite de chocolat e via … di nuovo in sella. Il sole (oltre al vento) l’hanno fatta da padrona in questa giornata di rientro. Due passi tra le numerose boulangerie, creperie, restaurant e pizzerie di BARCELLONNETTE per scegliere il locale che “a occhio” ci ispirasse di più  per cena e scegliamo una pizza “au feu de bois” e chiudiamo così le ns ferie estive estere.

Sabato 11 giugno...BARCELLONNETTE – CASA

Sveglia ore 6,00 partenza alle 7,09. Direte… cosa avete fatto un’ora fermi ancora a Barcellonnette ? Beh SIMPATICAMENTE si sono dimenticati di avvisarci che di notte il garage al cui interno abbiamo messo le ns. moto (a pagamento), oltre ad avere il codice di accesso che ci è stato comunicato al momento del Check in della camera, viene chiuso con una chiave. Così ci siamo trovati in strada, già pronti con i bagagli fatti e con la smania di partire al più presto vista la lunga distanza da casa ma costretti a bussare ovunque per capire chi avrebbe potuto aprirci il garage. Alla fine Roberto ha parlato con lo chef che nel frattempo si era svegliato e vestito per andare a comprare il pane per la colazione, il quale ci ha aperto e siamo potuti partire.  FREDDO sul colle della Maddalena, FREDDISSIMOOOOOOO e malgrado il triplo strato della giacca da moto siamo arrivati a 7 gradi e nemmeno le manopole riscaldate sono bastate. Freddo dappertutto (lo sbalzo termico è stato fatale) e soprattutto sono stata sciocca io a non mettermi anche i pantaloni antipioggia, per proteggermi anche le gambe. Vabbè siamo sopravvissuti e per fortuna lo abbiamo fatto presto perché abbiamo incrociato davvero TANTISSIME moto in salita dalla parte italiana… è SABATO. Appena passato il valico francese-italiano ci siamo resi conto che l’asfalto non sarebbe più stato come quello francese e abbiamo ironizzato sul ritorno in Italia sia per l’asfalto pieno di buche che per il mancato rispetto dei motociclisti e degli automobilisti nella guida su strada. Piano piano ci siamo riscaldati al sole scendendo e quasi subito ci siamo fermati a bere un ottimo caffè ILLY: questo si che è stato un caffè degno di tale nome. 

Poi siamo entrati in autostrada e ne siamo usciti oltre 400 km dopo, a casa.

Siamo arrivati un po' cotti, per il caldo, per la stanchezza e per la lunga monotonia dell’autostrada ma subito mi sono cambiata, sono salita in auto e sono andata a prendere la mia micia. 

Ora ho un disastro di cose ancora da sistemare sia in casa che per i bagagli prima di andare al lavoro ma … posso dire di aver fatto 3 settimane di OTTIMA VACANZA IN........

 ESCAPE='HTML'

L'Islanda di Alex

Sabato 6 agosto...

Ed eccoci alla partenza, aeroporto pieno di gente che bazzica in attesa del proprio volo. Il mio è questo.

Il volo parte in orario e ci impiega 4h 30' per arrivare e poi, 45' in autobus. In aereo l'immancabile pennica mi prende dopo circa 1h di volo. Poco male.

La fila da 3 è occupata solo da me e da una signora di Reykjavik con la quale scambio poche formalita e quel poco da capire che era stata in giro per l'Italia.

 

Passiamo sopra una coltre di nubi infinita e, manco a dirlo, tutto coperto anche all'arrivo. L'aeroporto è bello e moderno e...vengo fermato dal "controllo" insospettiti dal non avere bagaglio. Spiegato e "rilasciato". Arrivo quindi tardi all'hotel per cui la cucina risulta chiusa e manca un'ultimo arrivo. Il mio futuro compagno di stanza, Dario. Lo aspetto e ceniamo a tramezzino e birretta.

Domani, ore 7, inizierà la colazione. A seguire la prima giornata in Islanda. Previsti 260 km di cui 50 (???) del primo OFF

Domenica 7 agosto...

Le previsioni del tempo danno pioggia ed infatti, pioggia e vento a non finire, mai un attimo di tregua. Comunque, fatti i preparativi, si parte. Le strade fatte sono spettacolari, mai visto niente del genere. I 30 km ventilati diventano 50/100 e discretamente impegnativi per il forte vento.

Lungo la strada ci si ferma pirima in un caffè museo della seconda guerra poi, ed ecco la sorpresa, ci tocca il primo OFF sulla 520 per approdare poi nella 50 dove ci aspetta la seconda fermata al Deildartunguhver. Sito termale con emissione di acqua a 80/100 gradi. La pioggia non smette e fotogragafare risulta difficoltoso per pioggia e vapori intensi. L'effetto, però, è notevole.

Ripartiamo ed ecco nuovamente OFF sulla 518 in direzione Husafell. Siamo nella parte più interna del Borgarfjörður particolarmente ricca di fiumi. Prendiamo ora la F550. L'intenzione di Massimo è quella di portarci nei pressi del ghiacciaio Langjokull ma ci vediamo costretti a rinunciare per il forte vento trasversale, meglio non rischiare. Era quello che volevamo, l'avventura no?

Proseguiamo sulla 550 e non ci rendiamo conto che saliamo fino a 1330 m per passare per una piana magmatica (Uxahryggjavegur ?) ed arrivare al Parco nazionale Þingvellir (sede del primo parlamento).

Da questo punto un qui pro quo mi separa dal gruppo ma ho l'indirizzo dell'albergo ed è li che mi dirigo. Prima, però, una toccata e fuga alla Gullfoss, poderosa cascata nei pressi del parco Geysir dove pernotteremo all'hotel Geysir e dove già trovo Massimo.

Lunedì 8 agosto...

La mattina è uggiosa ma sembra non piovere come ieri. Un ultimo saluto al "Geysir" con i suoi  sbuffi e si riparte.

Pochi km e la 35 diventa F35. Un paesaggio lunare e pista che passa dal terreno battuto al sassoso al "tole ondulee". In ogni momento devi stare attento e mai distrarti, e dire che mi sarebbe piaciuto guardarmi attorno, ma gli altri corrono e vanno avanti. 

Piano piano ti trovi a correre come loro (o quasi :-))! Vento, sempre tanto vento, si cerca la strada che porta ai bordi del ghiacciaio Langjokull ma sempre la prudenza dice che è meglio evitare e si ritorna in direzione NORD con una meritatissima foto a Macs T7 con sullo sfondo l'altro ghiacciaio Hofsjokull.

Arrivati al lago Blöndulón, ci si accorge che la mia marmitta, per le sollecitazioni, ha rotto l'attacco e penzola visibilmente. Faccio un supporto di fortuna che possa tenere fino a che si trova un sostegno migliore che mi faccia proseguire in tranquillità.

Passiamo il lago e svoltiamo a destra sulla F756 che ci fa attraversare prima una zona umida e poi...

...una vallata spettacolare dai colori che variano dal marrone al verde intenso. Restiamo indietro Dario, io e l'immancabile "scopa" Macs. E' bellissima, è come entrare dal cancello, tenuto aperto da Massimo, in un mondo completamente diverso dal precedente. Sassi, discese, salite ed ancora sassi, è una giorsta e mi diverto un sacco. Si arriva così ad incrociare la F752 e poi la 1. Siamo arrivati all'hotel Varmahlíd.

Martedì 9 agosto...

CHE SPETTACOLO!!! Vi racconto. La giornata inizia al solito modo, sotto una leggera pioggerellina. E te pareva? Visto il meteo Massimo decide di evitare la costa e si prosegue direttamente verso Akureyri per un bellissimo tratto della 1. Benzina per tutti e via per un tratto di costa. Evitando la galleria prendiamo la 83 e poi 84 aggirando il promontorio. Nel frattempo la pioggia che ci accompagna scema mentre proseguiamo, nuovamente per la 1, verso la cascata Godafoss.

Miracolosamente (è proprio il caso di dirlo) la pioggia smette poco prima del nostro arrivo alla cascata. Qui gli aggettivi potrebbero sprecarsi tanto è bella per portata e maestosità, manco a dirlo è la "cascata degli Dei". Ci soffermiamo giusto il tempo per le foto e scambiarci le impressioni su quanto visto finora e, noto, che il gruppo sta lentamente affiatandosi. Mi piace! Tanti caratteri diversi accomunati nell'avventura che abbiamo scelto.

Ma il meglio deve ancora arrivare. Avendo evitato la costa, dice Massimo, abbiamo il tempo per fare altro, ce lo accenna brevemente e tutti acconsentiamo di buon grado (non avevo dubbi). Ripartiamo diretti al lago Myvatn. Lungo la strada maestosi corsi d'acqua e placidi laghi e poi, il variegato contorno del lago.

Deviamo per la 848 per fermarci poi al luogo panoramico Skutustadagigar. Pozze, coni di dubbia formazione, un paesaggio fantastico con scorci spettacolari e...tanti moschini (merda, ancora come in Scozia). Infastiditi proseguiamo voltando a destra sulla 880 dirigendosi verso una faglia.

Questa faglia nasconde una grotta con un lago termale.

Un luogo di balneazione (Grjotagja) popolare per diversi decenni fino a quando le eruzioni vulcaniche del 1975-84 a Krafla hanno portato flussi di magma in quest'area con un forte aumento della temperatura dell'acqua a 60°. Oggi si è stabilizza in un intervallo di 43-46 gradi.

Il bagno qui sarebbe proibito ma, comunque, chi si avventura lo fa a proprio rischio e pericolo. 

Proseguendo sulla 1 si passa dalla luna e si va verso Marte. Terra rossa, fumi, fanghi ribollenti...questo è Hverir. Uno spiazzo solforoso dove è possibile inoltrarsi, su percorsi segnati, nel mezzo di questo inferno. Qui il Dio Efesto (Vulcano) potrebbe avere una sua residenza.

Torniamo nuovamente sulla 1 per deviare, dopo pochi km, sulla 863. E' il momento del Krafla che con i suoi 818 metri e con un lago di colore azzurro. Fortunatamente il sole a questo punto ci aiuta e lo possiamo vedere in tutto il suo splendore. Qui la foto di gruppo è d'obbligo!

Si ridiscende dal Krafla e si prende, poco più avanti, la 862 per andare alla cascata Dettifoss. Qui la visione della cascata ce la dobbiamo sudare con una "passeggiata" di circa 15 minuti. Ora fa caldo quando si passa una zona a riparo dal vento ma quello che ci aspetta ripaga alla grande. 

Quella che si pensava una strada parzialmente asfaltata è ora "totalmente" asfaltata. La direzione è Asbyrgi, una zona umida e con un laghetto a forma semicircolare protetto da alte roccie la cui formazione viene legata all'impronta dello zoccolo del cavallo a 8 zampe di Odino.

La realtà è sicuramente un'altra... o forse no.

Torniamo verso SUD seguendo la parallela e divertente F864. Divertente e veloce davvero (da sparare a manetta) almeno per 2/3 dopodichè, arrivati alla Dettifoss, diventa trafficata sassosa e rovinata con tanto "tole ondulee". Questo non fa bene alla riparazione fatta alla marmitta che, di fatto, si stacca nuovamente. Quando ritrovo Massimo si decide di legarla con la cinghia. Ottimo lavoro, terrà fino alla fine tour.

E' ora di andare alla nostra destinazione finale, Modrudalur. Fattoria in stile nordico dove abbiamo disponibile la vecchia abitazione dei proprietari. Posto sublime su di un'altopiano immenso. Domani vulcano Askja e si vedrà.

Mercoledì 10 agosto...

Al risveglio la giornata si presenta solare ma con tanto, tantissimo vento. Da quanto dettomi da Massimo il percorso per il vulcano Askja presenta diverse difficoltà tra cui guadi e la sabbia. Ma è il vento a farmi più impressione per cui rinuncio alla trasferta e mi viene data piena libertà di movimento ed un paio di percorsi alternativi ma altrettanto piacevoli. 

Alla mia decisione si affianca anche Dario e, contestualmente al gruppo, partiamo con destinazioni differenti. Andiamo a riprendere e seguire la 1 verso EST fino a raggiungere la 85 che si inoltra tra pianure e laghetti fino ad arrivare sulla costa a Vopnafiordur. La giornata è piacevole e, seguendo la costa, andiamo a prendere la 917 che ci porterà a un passo e ridiscendere dalla parte opposta. 

La strada diventa da subito bella e con un fondo ben battuto. Troviamo una cascata dove facciamo una breve pausa e poi su, si inerpica veloce con tornanti fino a scollinare sui 600 m di altitudine. Stavamo per scendere quando, dopo una curva, un vento fortissimo, sempre presente ma mai fastidioso,  proveniente dall'alto fa cadere da fermo Dario e blocca me. Il panico ci pervade perchè non vedevamo soluzioni alla nostra situazione, eravamo bloccati.

Per fortuna con l'aiuto di alcuni ragazzi di passaggio si è riusciti a spostare prima la moto di Dario e poi la mia di 50 m fino alla successiva curva. Questo è bastato a farci riprendere la discesa con molta attenzione ma senza più momenti di crisi. Eravamo fuori! I ringraziamenti ai soccorritori erano d'obbigo. La 917 corre veloce e sempre in off verso SUD fino ad incontrare ancora la 1. Facciamo benzina e dopo pochi km a sinistra troviamo la 901, vecchio tracciato della 1.

Inizialmente sassosa diviene, dopo breve tempo battuta, solida e...VELOCE. Fantastica cavalcata nel nulla più assoluto, un "magnifico" deserto che ci avvolge tra terra grigia, il nastro marrone della pista e nubi grige in cielo per contorno. Rimaniamo senza fiato, FANTASTICO. Arriviamo al Modrudalur contemporaneamente al gruppo, stanchi, bagnati e visibilmente provati. Tranne Luca che ripeteva...FANTASTICO

Giovedì 11 agosto...

Ripercorriamo oggi, a ritroso per noi 2, la 902 fermandoci al panorama sul deserto. Si prosegue veloci nonostante il timore di molti di non aver benzina suffucente. Il distributore però è vicino e, appena arrivati sulla 1, tutti fanno rifornimento e poi via verso Egilsstadir dove Macs si fermerà dal ferramenta mentre noi proseguiremo per il fiordo dove attracca la nave della Smyril Line, il Seydisfjordur.

Torniamo a recuperare Macs e proseguiamo sulla 1 fino a deviare, a destra, sulla 95. Bella e...sterrata, guai a non averla percorsa, il panorama cambia di curva in curva e poi si sale e poi si scende a repentino e...velocemente. Bella e divertente davvero, se questa è una giostra non voglio scendere.

Arriviamo al fiordo e ritroviamo l'immancabile 1 che seguiremo, con varie soste panoramiche, fino all'Hotel Glacier World Hoffell. Piccola, con tracciato molto sassosso, escursione fino al parcheggio vicino alla lingia del ghiacciaio Vatnajokull, il ghiacciaio più grande d'Europa. Difficile muoversi con la mia moto tra quei sassi (praticamente un percorso ricavato dal greto di un fiume) ma le indicazioni di Massimo fanno si che il ritorno è andato molto ma di molto meglio. E mentre qualcuno se ne va in "pozza" termale, io birretta e doccia.

In serata trasferta ad Hofn per la cena e rifornimento.

Venerdì 12 agosto...

Giornata piena di emozioni ed anche un pò di "fastidio" per quanta gente si possa radunare in luoghi fantastici che, così, perdono parte del loro fascino. L'estraniarsi è l'unica difesa. Per fortuna Massimo ci propone alternative non certo commerciali ma che ci fanno capire il vero valore di quanto stiamo ammirando.

Ci svegliamo con un tempo uggioso e piovigginoso nonostante le comuni previsioni del giorno prima. Vabbeh, colazione alle 9 e si parte con direzione laguna glaciale. Con la pioggia e una vera "marea" di persone il posto brulica di un'intenso andirivieni. Però, che emozione vedere gli iceberg staccatisi dal ghiacciaio e che lentamente viaggiano verso il mare. 

Toccare con mano uno di questi arenatisi sulla spiaggia "nera" è stato davvero un momento incredibile. E dire che il pezzo che Luca tiene potrebbe avere una datazione inimmaginabile.

La sabbia, finissima sabbia nera quasi impalpabile che mi veniva voglia di portarne un ricordo a casa ma, al momento, niente sacchetto. Più avanti vedremo di procurarne uno. Nel frattempo parte la proposta di una laguna più "intima" dove soffermarci, nei pressi di una nuova lingua del ghiacciaio. Tutti accettano e si va.

La "mini" laguna infonde a tutti un senso di pace che contrasta clamorosamente con la precedente. Il fronte del ghiacciaio è impressionante. Smuove terra e sassi e a poco a poco li accumula in quel che diventeranno colline moreniche, sempre che qualche sconvolgimento tettonico non modifichi nuovamente il paesaggio. 

Sembra che il tempo migliori per cui ci muoviamo e, dopo un caffè lungo la strada, passiamo attraverso un pioggia fitta ma, per fortuna, breve tanto che, da qui in poi, il cielo vira verso l'azzurro ed il sole. Fantastico!

Arriviamo all'hotel Laki,  che si trova sulla 204, e qui ci "disfiamo" dei bagagli e accettiamo la proposta di proseguire per la cascata Skogafoss che, altrimenti, il giorno successivo andrebbe persa in quanto si devierebbe prima per andare nel Landmannalaugar.

 

Lungo la 1 deviamo per un vecchio tracciato parallelo che passa in un campo di lava ricoperto da uno spesso strato di muschio. Qui si parla di uno spessore di circa 20 cm ed è impressionante quanto la mano affondi nel morbido tessuto vivente.

Ed eccoci alla Skogafoss, imponente cascata che ci cattura tutti, tutti tranne uno. La "piccola" KTM 690 ha un problema e piscia benzina. Ci si lavora per capirne il problema e ci si accorge che la cosa è abbastanza grave. Il serbatoio principale è forato. Macs si incarica di trovare un posto dove parcheggiare la moto per recuperarla, poi, il giorno successivo.

Ci dividiamo parte del bagaglio della moto e Massimo trasporta sulla sua il malcapitato proprietario Stefano e lo farà anche domani, ultimo giorno. A me la cosa sembra improponibile ma Massimo è tranquillo, l'ha già fatto con la sua compagna.

Sulla strada del ritorno si devia sulla 218 per il promontorio prima di Vik i Myrdal dove fanno bella mostra, e si fan fotografare (FINALMENTE) i Puffin (Pulcinella di mare). Li ho inseguiti in Norvegia, 2 volte in Scozia e in Bretagna

E' ora di rientrare, si fa il pieno x domani e via in albergo dove ci aspetta alle 21 la cena a buffet.

Sabato13 agosto...

Questa è l'ultima giornata del tour e ci aspetta qualcosa che, prevedibilmente, sarà fantastica oltre che impegnativa ma, oramai, siamo pronti a tutto (o quasi). La giornata si presenta inizialmente bella e si dovrebbe partire col sole. Macs, intanto, si gode una colazione "vistamare".

Un piccolo inconveniente per Luca ci ritarda la partenza. Si cerca una "brugola" per serrare il coperchio della frizione. La recuperiamo da un camionista che ci dice di attendere e torna con la cassetta dove c'è proprio la misura giusta che serve alla KTM.

Tutto sistemato, si parte ripercorrendo parte della 1 fatta ieri per poi girare a destra sulla F208. Massimo, alla partenza, ci "promette" 2 facili guadi ma, oramai, sappiamo che tutto dipende da situazioni talmente mutevoli che fare previsioni o promesse, non sempre vengono confermate. Quello che è sicuro è che ci saranno 130 km in fuoristrada. Il percorso più  lungo di tutto il tour.

Il Landmannalaugar, è davvero strepitoso. I guadi saranno 20 o 25 in 2 dei quali mi son "tuffato". Il primo è andato bene, il secondo meglio il terzo...ciuf! Riparto e, preso dall'entusiasmo, affronto troppo forte il quinto e...riciuff! Stavolta la moto non riparte, ha "imbarcato" acqua.

Fortunatamente si ferma un "TRAC" 4x4 il cui proprietario ipotizza acqua nei cilindri e propone di "svuotarli" in sesta macia e facendo girare a mano la ruota posteriore. FUNZIONA! Dopo 3/4 prove di accensione la TT riparte sputando acqua dallo scarico. L'intervento l'ha rianimata ed ora "pulsa" allegramente. Nel frattempo anche Dario, passando e ripassando il guado, cade da fermo sulla sabbia nera ma la moto, questa volta, lo abbandona e deve forzatamente lasciarla in disparte e verrà recuperata in seguito.

La trasferta inizia avere un esito di rotture pesante. Una giovane coppia francese offre un passaggio a Dario fino ad incontrare il resto del gruppo, poi salirà sulla BMW di Piero. Bene o male proseguiamo verso, per me, agognato asfalto. Sono davvero provato, il tracciato era davvero impegnativo per me e la mia GUZZI V85TT ma, di contro, anche esaltante tanto che un pensiero mi accarezza la mente. Lo rifarei, con un'altra moto ma lo rifarei! 

I tratti in fuoristrada non sono finiti ma oramai ci siamo, ci dirigiamo ora verso una nuova cascata che è di strada. Hjalparfoss.

Dalla F208 prendiamo a sinistra per raggiungere la 26 e a destra verso la 32. La cascata è molto bella e, mentre gli altri percorrono il tratto di sentiero che li porta alla sua base, io ne approfitto per la terza strizzatura di calzini e ulteriore svuotamento di stivali facendo prende aria ai miei piedi. Ora sto meglio!

il pomeriggio volge al termine e la nostra destinazione ora è l'Icelandair Hotel Reykjavík Natura di Reykjavik dove il giorno dopo verranno caricate le moto sul camion. Noi, invece, ci meritiamo una bella doccia ed il pranzo serale assieme al gruppo del tour Discovery.

Un probelma a casa ci ha privato della piacevole compagnia di Macs e della sua settimana successiva di ferie. Massimo, invece, è partito per recuperare la moto di Stefano alla Skogafoss. Piero parte prestissimo per cui già si è preparato e salutato tutti. Il "gruppo" si è smembrato per vari impegni e orari di volo. L'ultimo ad aspettare il volo, il giorno dopo, sono io. L'ultimo a lasciare l'Islanda. Lasciare? Non me lo vogliono fare! Volo cancellato!

Domenica 14 agosto... E non è ancora finita! 

Stavo cercando soluzioni alla cancellazione del volo, il successivo dopo 2 giorni,  quando Alex mi ha proposto di ospitarmi. Staremo strettini nella sua piccola casa ma non ci saranno problemi ed accetto volentieri. Nel frattempo aiuto Massimo a caricare le moto sul camion pronte per il ritorno.

Raggiungiamo quindi Alex a casa sua e ci propone di andare a rilassarci in piscina. Idea fantastica, L'acqua calda, una nuotata ed una puntata in sauna, sono un toccasana per la stanchezza dei giorni passati. In serata ci raggiungono Paolo e Marco, i 2 tourleader del Discovery.

La serata passa in allegria ed una passeggiata, verso il fiume poi, la conclude magnificamente in un tramonto da cartolina. La stanchezza si fa comunque sentire ed al ritorno, salvo Massimo che ancora va a trafficare col suo computer da "battaglia", ci prepariamo al meritato riposo. Prima di addormentarmi assaporo nuovamente l'occasione avuta di passare ancora 2 giorni in loro compagnia.

Per sdebitarmi parzialmente, come ha detto Massimo, faccio la colf...e, addormentandomi, sorrido.

Lunedì 15 agosto...

Dopo colazione Massimo, Paolo e Marco partono per la loro giornata di relax in moto sotto gli occhi, invidiosi, di Alex. Oggi, in serata, arriveranno anche Elisa e Nicolò per cui un pò di spese sono necessarie. Dopodicè Alex mi fà un ulteriore regalo portandomi a vedere la Seljalandsfoss, altra cascata la cui caratteristica è quella di poterci passare "dietro"...seguendo un sentiero particolarmente "bagnato". 

Non ringrazierò mai a sufficenza Alex per questa giornata passata in Islanda non come un turista ma, quasi, come abitante del posto. L'allegria è nel DNA di questo gruppo ed è piacevole la loro compagnia. L'esperienza e la "professionalità" con cui effettuano questa loro attività va di pari passo con l'amore per la moto e l'avventura. Un onore essere qui con loro. 

Martedì 16 agosto...

Questa la mia ultima giornata in terra islandese, questa sera un volo mi riporterà a casa. Passiamo la mattina a resettare casa e dare una mano di vernice protettiva alla facciata. Poche spese ed oggi tocca a me preparare il pranzo.

Nel pomeriggio Alex mi accompagna all'aeroporto e, per strada, diamo passaggio a 2 ragazze del Belgio, con zaino e tenda, che parlano un inglese meraviglioso, che invidia! Lasciate queste, altre 2 "scortate" per un breve tratto. Quest'ultime, francesi, raccontano di essere 9 donne imbarcate e partite dall'Irlanda e di ritorno dalla Groenlandia dopo aver fatto sosta, sia in andata che al ritorno, in Islanda. Il mondo è davvero vario e hai l'occasione, se ne dai la possibilità, di conoscere davvero persone straordinarie e con storie molto particolari.

E' il momento dei saluti, ringrazio ancora Alex per la disponibilità e l'opportunità di questa ulteriore breve avventura con la promessa di rivederci presto nella sua terra, le Marche.

Piccola conclusione. In terra islandese ho percorso con la mia GUZZI V85TT cirica 2200 km dei quali , buona parte, in impegnativo fuoristrada. La rottura del supporto marmitta è stato l'unico inconveniente riscontrato. L'avventura è stata oltremodo soddisfacente sia per organizzazione che per le spettacolari immagini immagazzinate nella mia mente e nel mio cuore. Ringrazio i fratelli Gabbin per la preparazione e, al ritorno, controllo della moto. Alex e la sua "Islanda di Alex" per la sua amicizia dimostratami. Il tourleader Massimo per la competenza e pazienza dimostrata in tutti i frangenti. Macs per la simpatia, disponibilità e umanità, non ha mai lesinato un sorriso anche nei momenti più difficili. A tutti i partecipanti un saluto ed un grazie, un gruppo dimostratosi da subito molto coeso, disponibile e pronto ad aiutare e supportare.

Grazie a tutti per questa bellissima esperienza.